Imola – La Coop Ceramica progetta nuovi spazi tornando all’antico

Imola, 3 febbraio 2022 – Di seguito due articoli del Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola) su COOPERATIVA CERAMICA IMOLA.

La Coop ceramica progetta nuovi spazi tornando all’antico

Cambierà ancora la zona fra il viale Marconi e la ferrovia dove sorgono i vecchi edifici. In parte fu ricostruita dopo la guerra o negli anni ’60, come il capannone delle feste in disuso.

La Cooperativa ceramica si rimette a nuovo o, per meglio dire, torna agli albori rispolverando il lustro di un tempo. Il grosso intervento urbanistico che cambierà il volto del quartiere dove sorge lo stabilimento centrale della nota cooperativa imolese, di cui negli ultimi anni si è spesso parlato con un futuro lontano nel tempo, si avvicina sempre più. Prevede una vera e propria demolizione degli “strati” che nel tempo si sono accumulati a coprire l’ossatura originaria del complesso storico per valorizzarne l’area espositiva.

Tra circa un mese la variante al Rue, adottata lo scorso anno, andrà in approvazione in consiglio comunale. Dopodiché la cooperativa potrà cominciare i lavori presentando passo dopo passo le richieste dei titoli edilizi, cioè i permessi di costruire e le Scia.

La demolizione. È ambizioso e affonda le sue radici alla fine dell’ Ottocento il disegno che ha ispirato il progetto di riqualificazione dell’area tra la ferrovia, il nuovo centro commerciale Despar, viale Marconi e l’attuale stabilimento della cooperativa Ceramica, occupato oggi da magazzini dismessi. L’intento è infatti quello di demolire quanto ritenuto «incongruo» rispetto al fabbricato storico, «secondo un principio di valorizzazione delle pre-esistenze migliorando il rapporto traparti scoperte e parti coperte, con una notevole presenza di verde», spiega l’assessore all’Urbanistica di Imola Michele Zanelli. Per farlo, è servito uno «svincolo dal vincolo», come spiega il titolo della relazione dell’architetto Moreno Daini, consulente della Cooperativa incaricato di seguire il progetto, un tempo operativo all’ufficio di piano del Circondario: «È stata necessaria una variante al vincolo presente nel Prg del 1999 che insisteva su gran parte dei fabbricati. Non tutti, infatti, sono origina della struttura: una gran parte è stata ricostruita dopo i bombardamenti o addirittura costruita negli anni ’60, come il famoso capannone delle feste, ora in disuso. Tutto il cemento e le parti incongrue verranno demolite» racconta Daini.

Lo showroom. Riportata alla luce la facciata originaria, l’area sarà molto più “libera”. «Facendo l’analisi è emerso che verrà via un bel pezzo di cemento armato e così si rileggerà la vecchia struttura della Ceramica.

Riapparirà la vecchia facciata, visibile dalla ferrovia nonché dal vecchio showroom – spiega Daini, illustrando gli obiettivi sottesi al progetto-. La parte storicaverrà valorizzata con una sorta di museo e verso la ferrovia sarà inserita una grande area verde. Lo spazio espositivo, ora relegato all’interno dello stabilimento, avrà una visibilità diversa: sarà portato “in avanti”, una sorta di ampia vetrina visibile fin da subito, che si affaccerà a partire dall’angolo della nuova rotonda lungo viale Marconi. Sulla strada inoltre sarà presente una galleria aperta, un portico, con un passaggio ciclo-pedonale».

I tempi. «L’ intervento ha quasi completato l’iter per la conformità urbanistica – conclude Zanelli, che di recente ha incontrato il presidente della Cooperativa Stefano Bolognesi insieme a Daini -. Manca l’approvazione in Consiglio della variante al Rue, che è già stata adottata nel 2021, dopodiché la Cooperativa potrà cominciare a programmare i lavori. L’oggetto andrà in discussione tra febbraio e inizio marzo».

Quali saranno i primi interventi non è ancora noto ma «non saranno tempi lunghi, almeno per parte delle demolizioni non serviranno mesi di cantiere», conclude Daini.

 

L’azienda nata a Imola nel 1874 ha fatto la storia della cooperazione

Rappresentò un’avanguardia che ribaltò il paradigma della concezione del lavoro la nascita della Cooperativa ceramica alla fine dell’Ottocento, inizialmente sorta nell’attuale via Quaini e successivamente trasferita nella sede di via Vittorio Veneto nel 1922, con l’acquisto dell’immobile di una vecchia vetreria.

È il tempo dei primi passi della cooperazione in Italia e a Imola, il 22 giugno 1874, Giuseppe Bucci cede la società ai rappresentanti Eugenio Signorini, Lanzoni Andrea e Carlo Costa delegati dai lavoratori costituiti in associazione cooperativa. A siglare la consegna, un patto di fratellanza che incornicia i principi cooperativi.

Guarda all’industrializzazione europea anche la realizzazione nelle vicinanze dei 5 caseggiati con venti alloggi a schiera e dei 5 piccoli condomini per i ceramisti, nell’ottica di un piccolo villaggio industriale dentro la città, che subì molteplici danni durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Da allora, la storia del primo esempio in Italia di cooperativa di produzione e lavoro conosce i successi del boom economico, l’ampliamento societario nonché la crisi più recente. Presto l’intervento di riqualificazione urbanistica ne riporterà alla luce la vecchia facciata storica.

 

Fonte: Corriere di Romagna (ed. Ravenna-Imola)

3 Febbraio 2022