
14 Ott
“Un pensiero su una terra dove un popolo abbandonato da tutto e tutti viene ogni giorno massacrato, dove muoiono bambini, donne e uomini, mentre il mondo guarda rassegnato l’incapacità dell’Occidente di fermare il genocidio.
Ognuno di noi, crediamo, ha sentito il desiderio di fare qualcosa. Ma dobbiamo fare i conti con la triste consapevolezza dell’inefficacia delle nostre azioni.
Eppure, qualcosa possiamo e dobbiamo fare.
Uno scrittore e partigiano francese, ricordando la Resistenza, scrisse: “Mai tante persone hanno corso consapevolmente tanti rischi per una cosa tanto piccola: il desiderio di testimoniare. Forse è assurdo, ma è con queste assurdità che abbiamo recuperato la nostra dignità di esseri umani.”
Oggi, da testimoni di ciò che accade, vogliamo condividere con voi questo pensiero: nascere è un caso. Si può nascere italiani, piemontesi, americani, calabresi o palestinesi. Non dipende da noi. Ma la fortuna di nascere, come noi, in un Paese ricco e sicuro non può essere pagata da chi nasce altrove.
Per questo il nostro pensiero inizia da qui: in solidarietà al popolo di Gaza, ricordandoci che siamo tutti uguali – indipendentemente da dove si nasce – e che nessun essere umano ha diritto di sopprimere un altro. Qualunque sia la nostra opinione, restiamo umani”.
Con questo messaggio abbiamo scelto di aprire l’Assemblea Nazionale lo scorso 10 ottobre in Calabria, a San Giorgio Morgeto, per una riflessione collettiva in solidarietà con Gaza e il popolo palestinese.
Un appello alla fine immediata delle ostilità e al rispetto del diritto internazionale umanitario, chiedendo alla comunità internazionale di assumersi pienamente la responsabilità di fermare la violenza, garantire corridoi umanitari sicuri e sostenere la ricostruzione civile e morale di Gaza.
La pace vera si costruirà solo quando al popolo palestinese verrà restituita non solo la terra, ma la giustizia, la dignità e la possibilità di vivere in libertà.